paesaggio innevato

La domanda è classica: posso usare il camper in inverno? Ecco tutti i consigli, le tecniche e qualche trucco per poterlo fare. C'è solo bisogno di un minimo di organizzazione e di attrezzatura, ma statene certi: fare colazione in dinette, con la neve fuori, è un'esperienza impagabile.
Naturalmente c'è differenza tra un semplice weekend o una settimana bianca, come c'è differenza tra 1 grado e -10 di temperatura, e siccome l'argomento va trattato sotto vari aspetti, ho diviso l'articolo in più paragrafi ed ho creato un indice per permettervi di "navigarlo" più facilmente e trovare tutte le informazioni necessarie per affrontare preparati le uscite invernali in camper, anche a temperature glaciali.

E non date retta a chi vi dice "cambia camper".

Se invece non avete ancora il vostro camper, provate a leggere "comprare un camper", un articolo scritto proprio per aiutarvi nella scelta.

Camper in inverno


Usare il camper in inverno

L’argomento camper in inverno è sempre molto dibattuto. A volte, alle domande di chi ancora non ha esperienza, e magari ha un "entry level", capita che qualche buontempone risponda “cambia camper, vai al caldo, lascia perdere”. Ma non è così: se il vostro camper ha un sistema di riscaldamento della cellula (“anticamente” non tutti ce lo avevano di base), potete tranquillamente affrontare il freddo, si tratta solo di farsi un po’ di esperienza e seguire qualche consiglio di chi ci è già passato (e statene certi, “chi ci è già passato” ha seguito i consigli di qualcun altro). 

Per prima cosa definiamo freddo dal punto di vista di un camper fermo e senza riscaldamento acceso. Con temperature sotto zero l’acqua gela, ma già a 3 gradi, chi ha la stufa/boiler Combi della Truma vedrà la famosa valvola Frostcontrol aprirsi e svuotare il boiler per evitare danni dovuti al congelamento dell’acqua, le pareti il tetto ed il pavimento saranno freddi, la cabina di guida avrà la stessa temperatura esterna e causerà la miglior via di perdita di calore (o se preferite di entrata del freddo), materassi e cuscini saranno freddi ed umidi, così come saranno gelati pensili ed armadietti.
Direi: nulla di strano, esattamente come una casa. Ma non per questo abitiamo in casa solo d'estate, c'è solo bisogno di usare bene gli impianti di cui la casa è dotata ed eventualmente adottare qualche accorgimento per migliorare il comfort. Esattamente come col camper.

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Inizio dall'ovvio: pneumatici, catene da neve e pala

Il freddo porta con sé, su molte strade del territorio italiano, l’obbligo di viaggiare con le gomme da neve o con catene a bordo. Pianure, colline, monti, coste ed altopiani sono la bellezza dell’Italia: un paese con una straordinaria varietà paesaggistica e climatica. Ma questo significa anche che non c’è una soluzione unica al tipo di pneumatici da utilizzare in inverno: c’è chi ha la necessità di avere due treni di gomme, uno estivo ed uno invernale, chi ha l'esigenza del solo treno estivo e, occasionalmente, di montare le catene, chi opta per una soluzione “all season”.

Se si decide di utilizzare il camper anche d'inverno, il mio consiglio “general purpose”, che è anche la mia scelta (abito a Roma), è di montare gomme marchiate M+S ed avere sempre le catene a bordo. Questo perchè le M+S sono le gomme prescritte dalla normativa in caso di obbligo di pneumatici invernali, ma, parlando di sicurezza, in caso di neve non vanno bene, non bisogna confonderle con le gomme termiche, ma vanno benissimo in estate ed inverno, sia in condizioni di normale utilizzo che con il maltempo. Le catene, sempre a bordo, le uso in caso di neve (ma possono essere utili anche per il fango), fermandomi per tempo e senza “provare” ad andare avanti, meglio montarle in sicurezza, in piano e con tutto il tempo necessario. Vanno montate sull’asse di trazione, e se la trazione è posteriore e le ruote sono gemellate, vanno montate su quelle esterne. Un consiglio? Sarà scontato, ma prima di partire, provate un paio di volte a metterle ed a toglierle. Da König un video che mostra come metterle, controllarle e toglierle.

Per scegliere il modello adatto al vostro mezzo è d'aiuto il sito König, basta selezionare la marca e poi il modello (i Ducato ci sono tutti). Prima di acquistare verificate sempre la misura dei vostri pneumatici e controllate le istruzioni del libretto di manutenzione del veicolo.

Per montarle sono senz'altro utili un paio di guanti da lavoro (meglio se permettono di mantenere un minimo di sensibilità) e una lampada frontale per avere luce e mani libere.  

   

Una pala pieghevole (o smontabile) sarà utilissima in camper, comoda da riporre grazie alle dimensioni ed alla custodia, sarà necessaria per rimuovere la neve davanti e dietro le ruote, dalla piazzola, davanti all'ingresso del camper. Due le possibilità: una buona pala specifica per la neve, in alluminio (non in plastica), leggera, con manico adeguato e piatto grande, oppure una pala pieghevole tipo militare, da poter utilizzare anche per il fango, la terra, la sabbia oppure a mo di zappa, meno efficiente perché piccola, ma più versatile e portatile. A voi la scelta, in ogni caso il costo è contenuto.

 


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Le batterie

Argomento tra i più delicati: le batterie del camper in inverno. La prima cosa da dire è che sia la batteria motore che quella (o quelle) dei servizi devono essere in buono stato per affrontare il freddo che, già di per sé, ne causerà una scarica maggiore. Ovvio che, parlando di batteria servizi, conoscere l’assorbimento delle utenze di bordo che normalmente utilizzate vi aiuterà a conoscere l'autonomia che avete. Come regola generale, le necessità non devono superare il 30%-40% della capacità delle batterie. Non voglio ora addentrarmi in formule e definizioni tecniche che non sarei in grado di affrontare con competenza, ma vorrei invece parlare di come affrontare in pratica le prime uscite in camper con temperature rigide, ed avere modo di farsi un’esperienza personale.

Parlando di sosta senza allaccio alla rete elettrica (allacciati alla 220 v non avrete mai problemi), le domande da porsi sono: quanto consumo? Quanto riesco a ricaricare le batterie durante il giorno?

Si, perché fondamentalmente le batterie sono come il conto corrente, quello che conta è il saldo: tanto spendo, tanto devo far entrare. Con una particolarità: non esiste fido, anzi c'è una giacenza minima sotto la quale non devo andare, pena la salute della batteria se non addirittura il suo danneggiamento.

Meglio spiegare un po'

In inverno, già nel primo pomeriggio e fino al mattino successivo, le batterie forniranno la corrente necessaria alla vita di bordo, ma non riceveranno sicuramente nessuna ricarica. Per "rabboccarle" avremo sostanzialmente due possibilità:

  • tramite pannelli solari, ma non ci sarà molto tempo (fa notte presto) ed i pannelli non saranno efficienti come in estate a causa della posizione del sole, quindi potrebbero non riuscire a ristabilire la carica utilizzata.
  • tramite l'alternatore del motore, cioè spostandoci, situazione tipica di un bel viaggio itinerante. Anche qui, però, la ricarica sarà conseguenza del tempo di spostamento: percorso breve, ricarica breve.

Chiarisco che non ho preso volutamente in considerazione altri sistemi per ricaricare le batterie, Efoy, generatori a benzina (di cui non sono un estimatore), generatori a gas, in quanto l'argomento sarebbe fuorviante rispetto all'obiettivo di questo articolo.

voltaggio batteria
Volt batteria servizi a riposo

Quindi la regola: non sprechiamo corrente e monitoriamo la carica delle batterie almeno tramite il pannellino della centralina. Per quanto poco preciso, verificare il voltaggio delle batterie ci darà comunque un'indicazione di quello che sta succedendo, considerando che, a riposo e ben carica, la tensione di una batteria in buono stato è di circa 12,8 13,0 volt. Questo valore scende, ed è normale, mentre la batteria eroga corrente, per tornare sopra i 12 volt (dipende da quanto abbiamo assorbito) appena stacchiamo tutto. Già a 12,2 volt (a riposo) la batteria è stata scaricata circa al 50% e necessita di ricarica, sarebbe meglio non farla mai scendere a questi livelli per evitare di accorciarne troppo la vita. Se ricaricandola la tensione non sale oppure la carica è stranamente veloce per tornare ad un voltaggio basso al primo utilizzo, allora mi dispiace, ma penso sia ora di cambiare la batteria. 
Per le uscite invernali (sempre senza allaccio alla 220) il camper dovrebbe, per non dire deve, avere due batterie servizi. Parlo delle normali batterie al gel o AGM normalmente utilizzate, e non delle LiFePO4 di cui, già da un po’, si sente parlare.

Sempre utili i cavi per l'avviamento, correttamente dimensionati visto lo spunto delle batterie motore e l'amperaggio necessario.

Potrebbe essere utile acquistare, senza spendere molto, una pinza amperometrica, per misurare facilmente gli assorbimenti delle utenze di bordo e dimensionare al meglio il pacco batterie della cellula.

 

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Il riscaldamento del camper: fidatevi

La coibentazione del camper può essere più o meno valida ed efficiente, ma comunque c’è. Questo significa che l’interno può essere riscaldato e il calore mantenuto, magari qualche modello “tiene meglio di altri”, ma questo non è importantissimo: il vostro camper può affrontare il freddo. Non mi voglio impelagare in una dissertazione sui sistemi di riscaldamento, a gas, a gasolio, ad aria, a radiatori. Non è l’obiettivo di questo articolo, tutti vanno benissimo, sappiate che in ogni caso riuscirete ad ottenere e mantenere una temperatura confortevole.

La cosa importante è tenere il riscaldamento del camper sempre acceso, sia di giorno che di notte.

E non solo perché mantenere la temperatura, in termini di consumo, costa sicuramente di meno che spegnere e riaccendere più volte, ma anche perché l’impianto di distribuzione dell’aria (non ho preso in considerazione vecchi camper senza canalizzazione, anche perché la prima cosa che allora si faceva era … mettere la canalizzazione) corre affiancato a quello idrico, e tenendo la stufa (e la ventilazione in quegli impianti che hanno la Trumatic 3000) sempre accesa si evita il congelamento dell’acqua nelle tubature, nella pompa e nell’eventuale vaso di espansione.

Regolerete la temperatura in relazione alle esigenze, più alta quando sarete a bordo, più bassa quando sarete fuori dal camper, di notte eviterete calore eccessivo, per non seccare troppo l’aria e mantenere un buon confort, ma non spegnerete mai la stufa. Un paio di temperature di riferimento? 20 gradi di giorno quando si è dentro, 15 di notte.

Nessuna paura, le stufe ed i boiler del camper sono sicuri, hanno camera di combustione stagna (non ci sono fiamme libere o semilibere all’interno del camper) e condotti di uscita dei fumi a parete o a soffitto. Come per gli altri impianti della cellula, un controllo periodico del nostro centro di assistenza di fiducia servirà a mantenere efficiente e sicuro l’impianto del gas, il boiler ed il riscaldamento.

molletta
per evitare la stalattite di ghiaccio

La regolazione delle bocchette, sia come apertura che come orientamento, è importante, fate in modo che la distribuzione sia il più omogenea possibile, in modo da far arrivare il flusso anche alla bocchetta più distante. Se c’è una zona del camper che volete riscaldare di più, ad esempio i letti a castello dei ragazzi, regolate le bocchette che servono quella zona in modo che emettano un buon flusso di aria calda. In ogni caso, evitate di chiudere completamente bocchette nel circuito, specialmente le ultime, l’aria deve sfogare bene, altrimenti la stufa potrebbe andare in blocco di protezione per temperatura eccessiva (generalmente nulla di grave, basterà attendere qualche minuto per far raffreddare la stufa e poi riaccenderla). Mi raccomando: lasciate un oblò del tetto leggermente aperto per ridurre la formazione di condensa all’interno della cellula. A chi ha la Truma Combi, sia 4000 che 6000, ricordo il vecchio trucco della molletta (si, quella per i panni) da mettere sul bordo inferiore del camino a parete, per evitare la formazione della stalattite di ghiaccio sulla fiancata del camper.


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A nanna in camper col freddo

La distribuzione forzata dell’aria calda attraverso la canalizzazione, crea una temperatura abbastanza uniforme in cellula, ma considerate comunque che in mansarda sarà un po’ più caldo rispetto a sotto, tenetene conto per non abbassare troppo la stufa se qualcuno dorme giù.

Personalmente preferisco il fresco al caldo, quindi lascio leggermente aperto (un paio di dita, non di più) l’oblò della mansarda, in modo da ridurre il ristagno di calore e, come già detto, evitare la condensa.

Anche i bambini, da piccoli, dormivano su, naturalmente con rete di protezione, posizionati longitudinalmente (testa dalla parte della scaletta e piedi dalla parte del soffitto basso). A proposito: durante la marcia sempre tutti seduti, con le cinture o il seggiolino, vietato stare sui letti.
Se la canalizzazione dell’aria non arriva in mansarda, durante la notte mettete una coperta (meglio se imbottita) lungo la parte bassa a mo’ di paraspifferi (ammassatela senza pressarla), riparerà dal freddo della parete chi dorme da quella parte.
La distribuzione dell’aria arriva spesso intorno ai letti, questo fa si che ci sia un velo caldo sulla parete che evita condensa e freddo. Ma non è detto che sia sempre così, e se fa proprio freddo freddo e sentite la parete gelata, fate come per la parte bassa della mansarda, cercate di tenere staccato il materasso dalla parete mettendo una coperta arrotolata nel senso della lunghezza, a formare un bel salsicciotto largo, a mo’ di paraspifferi. Questo accorgimento può essere utile specialmente in quei letti che hanno come parete laterale il portellone di un gavone.


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Fermare il freddo prima possibile

semaforo innevato
stop al freddo

Avete mai schiacciato un pisolino in inverno nella vostra macchina? Se non tenete acceso il riscaldamento, tempo due minuti e si inizia a sentire il freddo dell’esterno.

In camper è la stessa cosa, se non correrete ai ripari, in cabina di guida ci sarà la stessa temperatura esterna. È in assoluto il punto dal quale perderete più calore. Per prima cosa, mettete il selettore della presa dell’aria su ricircolo e chiudete le bocchette, almeno non entreranno folate di aria gelida. Anche le portiere, in basso, possono avere delle prese d’aria, chiudete anche quelle se possibile.

E poi … occupiamoci di isolare la cabina.

Il concetto di base è di fermare il freddo prima possibile, meglio se fuori dalla cabina. Quindi la cosa migliore sarebbe utilizzare un oscurante termico copricabina integrale esterno. Ottimo per la classica settimana bianca, quando temperature di -10 sono la norma. Meglio se composto da due pezzi, perchè più versatile nell'uso e comodo per lo stivaggio. Va acquistato specificamente per il modello di cabina sul quale applicarlo. Per gli habitué della neve, specie per soste plurigiornaliere, lo considero necessario.

In alternativa, potrete fare le vostre uscite invernali ugualmente, schermando la cabina dall’interno, anche se l’efficienza sarà sicuramente minore.

Chi ha un mansardato con una dinette classica, può realizzare una separazione abbastanza facilmente, anche al volo ed in emergenza, con una coperta (di pile è perfetta) fatta scendere giù dalla mansarda fino a terra, per fissarla infilatela tra il materasso e il piano stesso della mansarda. Se c'è, tirate la tenda intorno alla cabina, anche se estiva, e non mettete gli oscuranti termici ai vetri, pena la formazione di ghiaccio tra oscurante e vetro; questo non vale per temperature sopra lo zero, situazione in cui gli oscuranti termici saranno invece utilissimi.
Al mattino in cabina l’aria sarà gelida (come tutto quello che avrete lasciato lì) ma la coperta avrà fatto il suo lavoro schermando la cellula. Per una “prestazione più professionale”, con un po’ di manualità potrete realizzare un divisorio con tessuto multistrato, tagliandolo a misura ed applicandolo al profilo mansarda (anche ai lati) con automatici, i più bravi potranno anche realizzare un passaggio (con zip o altro sistema) tra cabina e cellula. Per chi volesse acquistarlo, ne esistono di ottimi già pronti. Io però non sono un fautore dell'isolamento della cabina, anche perchè è utile per riporci durante la notte alcune cose un po' ingombranti. Preferisco mettere una buona separazione perimetralmente alla cabina, come nel caso della semidinette.

Per chi invece ha una semidinette, la migliore "soluzione interna" è mettere una tenda termica interna alla cabina, per intenderci lungo tutto il suo perimetro, facendola arrivare bene fino a terra, meglio qualche centimetro in più. In genere c’è già una tenda che fa il giro cabina, ma non è abbastanza pesante, non arriva fino a terra, spesso non è sufficientemente ampia, però potremo utilizzare il suo binario per agganciarci quella “invernale”. Purtroppo questa soluzione non è attuabile “al volo”, la tenda la dovrete preparare, così come dovrete fare una prova per agganciarla alla cabina. Scegliete un tessuto leggero ma termico, un pile andrà benissimo, sul bordo superiore cuciteci una fettuccia per tende, in modo da poterci posizionare i classici gancetti. Una tenda così può essere riposta facilmente in qualsiasi stipetto, è piccola e leggera. Ovviamente può essere realizzata anche da chi ha la dinette classica.

Mettere a terra dei tappetini in cotone spesso, del tipo di quelli che si utilizzano in cucina, permetterà di creare un certo isolamento dal pavimento per ridurre il freddo ai piedi, e per assorbire eventuale acqua e sporcizia che porterete dentro. Personalmente preferisco la soluzione dei tappetini a quella di una una moquette a misura, anche se quest'ultima isolerebbe molto meglio, perché consente di sostituirli frequentemente. Davanti all’ingresso, internamente, è comodo tenere un tappetino antiscivolo assorbente sul quale fermarsi per cambiarsi le scarpe prima di entrare.

Opinione personale

Non amo il divisorio tra cabina e dinette, tendenzialmente preferisco avere un ambiente più ampio a disposizione e poter utilizzare i sedili di guida e del passeggero (anche nel caso non fossero girevoli), sempre utili per tenere la cellula più in ordine poggiandoci cose ingombrati. Inoltre, separandola dalla cellula, la cabina diventa veramente gelida.


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Serbatoi, impianto idrico e ghiaccio

blocco di ghiaccio
un bel blocco di ghiaccio blu

E’ una delle preoccupazioni maggiori: e se l’acqua ghiaccia? Intanto c’è da dire che un blocco di ghiaccio compatto nel serbatoio è difficile che si venga a creare, e poi c'è da chiarire: di quale serbatoio si tratta? C'è qualche provvedimento da prendere? Distinguiamo i diversi casi.

Il serbatoio delle acque chiare

Il principale è in genere in una panca della dinette, quindi dentro al camper e riparato dal gelo esterno. Tenere la stufa sempre accesa permetterà di non avere preoccupazioni. Se avete anche un secondo serbatoio, in genere esterno e non coibentato e riscaldato, non utilizzatelo e lasciatelo vuoto. Tenere la stufa accesa, riparerà da eventuali danni anche la pompa, il vaso d’espansione (se c’è), il boiler, ed eviterà che la valvola frostcontrol della Truma (per chi ha il sistema Combi) scarichi il contenuto del boiler a causa della bassa temperatura.

Può capitare che la mattina da uno dei rubinetti non esca acqua, questo perché a volte la canalizzazione non corre vicina all’impianto oppure quest’ultimo passa troppo vicino a qualche griglia o parete. Ad esempio potrebbe capitare che l’impianto passi dietro al frigo in corrispondenza delle griglie di aerazione. In questi casi un primo intervento potrebbe essere quello di coibentare i tubi con una striscia di neoprene, ma la cosa migliore è quella di fare (o far fare) una piccola (parlo della sezione del tubo) deviazione alla canalizzazione, con un raccordo a Y o T, e scaldare meglio la parte dove passano le tubazioni.

Ricordate: quando uscite dal camper, la notte, quando viaggiate e in genere quando non usate l'acqua, spegnete sempre la pompa dell'acqua, questa è una buona abitudine da tenere sempre, in qualsiasi stagione.


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Il serbatoio delle acque nere o la cassetta

Se avete la cassetta, no problem, è interna ed in ambiente sufficientemente riparato dal gelo.
Se avete il serbatoio nautico, ed ovviamente non coibentato e riscaldato (altrimenti sarebbe un altro no problem), l’unica cosa è cercare di scaricare il più frequentemente possibile, magari subito dopo le ore più calde. Prima di partire, lubrificate la ghigliottina con uno spray al silicone (spesso è questa che gela, impedendo l’apertura). Ho visto qualcuno che per aprire ghigliottine bloccate le scaldava con un phon: ve lo sconsiglio, il calore eccessivo potrebbe deformarle e poi rendere necessaria la sostituzione. Se fosse necessario scongelare, utilizzate esclusivamente uno spray deghiacciate, utile anche per i vetri e le serrature.

Con un serbatoio nautico avrete autonomia almeno di 2 o 3 giorni, se questa vi è sufficiente, scaricate quando sarete scesi in zona più calda, il movimento del camper e la temperatura più alta favoriranno lo svuotamento. Per esigenze di protezione sicura dal gelo, ad esempio per un viaggio in climi molto molto rigidi, la soluzione per il serbatoio nautico delle nere è coibentare e riscaldare.

 


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Il serbatoio delle acque grigie

Anche per questo, no problem se avete coibentazione e riscaldamento, ma la valvola di scarico lubrificatela lo stesso con uno spray al silicone e, in caso di necessità, uno spray deghiacciante.
Se invece il serbatoio di recupero non è protetto, le scuole di pensiero sono almeno tre:

  • un liquido antigelo
  • sale
  • un secchio esterno

Dico subito che io non sono per nessuna di queste, vi spiego il perché.

Mettere del liquido antigelo nel serbatoio. NON FATELO, è altamente inquinante. Non ho altro da dire, per me non è una soluzione, mai.

Il sale disciolto nell’acqua abbassa la temperatura di congelamento. Considerate che l’acqua di mare gela a circa -1,7 gradi centigradi. Non mi sembra un gran guadagno, quindi si deve aumentare la densità. Tanto per fare una citazione dotta, Galileo Galilei aveva già osservato nel 1600 che una soluzione di due parti di acqua ed una di sale, congelava a -20 gradi. Ho letto, ma non sperimentato, che una soluzione di 6 ad 1 (acqua-sale) permetterebbe all’acqua di congelare a -14 gradi. 8 chilogrammi di sale per mezzo serbatoio di acque grigie (50 litri). Diciamo che la nostra acqua è saponata, quindi resiste di più al freddo, diciamo che è calda quando arriva nel serbatoio: 4 chilogrammi bastano? Forse 3? E le guarnizioni e gli elementi in metallo della ghigliottina, si rovinano a contatto con una soluzione salina? Onestamente NON ho mai adottato questa soluzione.

Mettere un secchio sotto alla valvola di scarico del serbatoio, tenerla aperta e svuotare il secchio frequentemente. Intanto, se siamo in libera questo è vietato dal CdS, poi è poco decoroso (che schifo questi camperisti, versano liquami in secchi fuori dai camper), quindi, eventualmente, solo in campeggio o in area di sosta privata. Però si rischia che l’acqua sporca tracimi e faccia uno strato di ghiaccio sotto al camper, dopo cena, al calduccio, non ci andrà di uscire per svuotare il secchio, e quel po’ di acqua che durante la notte potrebbe finirci, l’indomani sarà un blocco. Insomma, forse il secchio potrebbe essere una soluzione di emergenza ti tipo “in tempo reale”, lo metto mentre uso l’acqua e lo tolgo appena finisco. Neanche questa, per me, è una soluzione.

Allora? Per un weekend, anche lungo, lasciate l’acqua nel serbatoio, appena ripartirete per tornare, lo sballottamento e la temperatura in aumento pian piano scioglieranno tutto, al Camper Service, appena possibile, svuoterete. E nelle altre situazioni? Per uscite frequenti e lunghe? Per temperature di parecchi gradi sotto lo zero? Coibentare, è l’unica. Ne riparlerò fra un po’

 


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Le condotte di scarico

Scendendo dalle pilette dei lavandini, le tubature dovrebbero correre in ambienti dove passa la canalizzazione e quindi essere al riparo dal gelo, ed in genere hanno pendenza e posizione che assicura lo scorrere dell’acqua verso il serbatoio delle grigie. Possono però esserci punti in piano, gomiti o curve che, in certe situazioni, creano piccoli ristagni d’acqua. Un vecchio trucco consiste nel soffiare nello scarico (tipo cerbottana), utilizzando un pezzo di tubo, per mandare via l’acqua eventualmente ferma nei tubi. La versione più moderna del tubo per soffiare è lo stura lavandini a pompa: alzare il pistone, poggiare la ventosa piccola sullo scarico e "soffiare" (senza esercitare forza, si deve solo togliere l'acqua ristagnante) spingendo il pistone.


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Coibentare i serbatoi di recupero del camper

Temperature molto rigide, soste prolungate (leggi settimana bianca) e serbatoi esterni “nudi e crudi”, non vanno completamente d’accordo. Non ci sono vere vie di mezzo, i serbatoi delle grigie e delle nere, per chi ha il nautico, vanno coibentati e riscaldati.

Ho avuto camper con serbatoi non coibentati (e per due o tre giorni non rappresenta un grosso problema, come ho spiegato poco sopra), camper con serbatoi esterni coibentati e riscaldati tramite una derivazione della canalizzazione dell'impianto di riscaldamento, camper con serbatoi coibentati e riscaldati tramite una resistenza elettrica.

A mio parere la migliore soluzione è riscaldare il serbatoio di recupero tramite una derivazione dell'impianto di riscaldamento, la camicia di aria calda che si crea intorno al serbatoio vi metterà a riparo da qualsiasi inconveniente. La resistenza elettrica, sempre secondo la mia esperienza, non è altrettanto affidabile, assorbe corrente e già a qualche grado sottozero potrebbe non essere sufficiente, però è efficace per la ghigliottina di scarico, perché riscaldandola ne permetterà l'apertura (basterà accenderla pochi minuti prima dello scarico).

La coibentazione da sola già risolve una parte del problema, considerando che l'acqua che va al serbatoio è spesso calda e quindi la sua temperatura sarà in parte mantenuta. In pratica si tratta di rivestire esternamente il serbatoio con del materiale isolante e leggero e, se si vuole usare una deviazione del riscaldamento per portare aria calda, lasciare una piccola intercapedine tra serbatoio e rivestimento. Non mi sono mai cimentato direttamente nella coibentazione di un serbatoio, i miei camper nascevano già con questa caratteristica, ma probabilmente opterei per farla realizzare da un centro di assistenza. Le caratteristiche che chiederei:

  • rivestimento completo che però non interferisca con la valvola di scarico e dallo spessore complessivo "minimo", per non abbassare l'altezza del camper da terra
  • realizzazione di una piccola deviazione (intendo di diametro piccolo) della canalizzazione per portare il calore nell'intercapedine
  • ancoraggio efficace della "scatola" realizzata, non deve esserci possibilità di distacco
  • una soluzione per scaldare la ghigliottina (o la valvola), ma senza portare troppo calore per evitare deformazioni 

 

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Gasolio e Gas

Il diesel contenuto nel serbatoio a certe temperature inizia a soffrire il freddo, la paraffina si separa dal carburante e cristallizza, formando veri e propri tappi di cera, classico quello nel filtro. Il risultato è che al motore non arriva il carburante e non funziona il riscaldamento, se alimentato a gasolio, esattamente come se fosse vuoto il serbatoio. E’ importante precisare che in Italia da aprile ad ottobre viene distribuito “gasolio estivo”, che “congela” (cioè si formano i cristalli di paraffina) a -2 gradi centigradi. Da Novembre a marzo viene distribuito “gasolio invernale”, con congelamento a -12 gradi; a questo, in zone fredde, è necessario aggiungere un additivo specifico, non fatelo all’ultimo momento, ma dategli il tempo (qualche chilometro va benissimo) di miscelarsi bene e raggiungere ogni parte dell’impianto di alimentazione. In montagna è disponibile il “gasolio alpino”, che resiste fino a -18 gradi, fate quindi il pieno nelle stazioni di servizio montane, avendo poi cura di fare qualche chilometro, come per gli additivi.

Non dimenticate che con la neve a terra, anche il parabrezza si sporcherà più rapidamente per via degli schizzi di neve sporca mista a sale, quindi per mantenere efficiente l'impianto tergilavavetro, un liquido antigelo per la vaschetta del tergicristallo è l'ideale.

Il gas che avete nelle bombole (o nel bombolone fisso) è GPL, cioè Gas di Petrolio Liquefatto. Il GPL è una miscela di vari gas, a voi interessano i due principali: il butano ed il propano. Ho trattato in modo approfondito l’argomento in questo articolo, ma vale la pena ricordare che in inverno, già a temperature prossime allo 0, quello che deve esserci nelle vostre bombole è il propano. Quindi chiedete specificatamente bombole di propano al vostro rivenditore. Se avete il bombolone, dovete fare il pieno nelle stazioni di servizio montane, perché lì la percentuale di propano del GPL distribuito è la più alta. Fino a che ci sarà propano nelle bombole, starete tranquilli, perché fino a -42 gradi centigradi il propano continuerà ad essere utilizzabile (leggete l’articolo).
Non coprite le bombole, lasciatele così come sono, senza mettere cappottini di nessun genere, il propano continuerà a “funzionare” proprio perché c’è scambio termico con l’ambiente circostante, che avverrà fino a temperature esterne di -42. Avete mai preso una bombola in un’area di sosta o in un campeggio in montagna? Ve la porteranno (in genere da 20 kg) e la collegherete al vostro impianto al posto di una delle vostre, lasciandola fuori. Funzionerà egregiamente, sarà piena di brina congelata, e questo, più o meno, vi permetterà anche di sapere quanto gas è ancora disponibile. Insomma: nessun problema con il propano, pieno di gas e diesel da fare in montagna, a serbatoi quasi vuoti.

  


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Un po' di organizzazione

Uno dei problemi che si presentano di solito in camper, è quello di appendere guanti, giacche, cappelli bagnati, specialmente se siamo sulla neve. Esistono varie possibilità, dagli stendini ad ombrello a quelli applicabili alle finestre (che in inverno finiscono regolarmente per essere appesi a canaline e mensole a giorno). Tutto ciò che si appende non mi piace, si rischia sempre che il peso eccessivo rovini o rompa qualche cosa. Per me, la migliore soluzione in camper è uno stendino verticale, abbastanza capiente per tutto, alto per poterci appendere anche giacche, stabile, facilmente spostabile. La notte lo potrete mettere nella doccia, in modo che l’aria calda e un dito di oblò aperto, asciughino tutto per la mattina successiva. In inverno lo considero necessario, in estate starà, quando possibile, fuori, come un normalissimo stendino.

Utili alcuni vassoi in plasica per le scarpe con un tappetino sul fondo, per metterci le scarpe, specie se bagnate. Se il camper ha il garage (o un gavone capiente) riscaldato con accesso dalla cellula, i vassoi andranno lì.

Per il ghiaccio sui vetri evitate raschietti ed è assolutamente bandita l’acqua calda, uno spray deghiacciante è perfetto, anche per sbloccare serrature ghiacciate, guarnizioni incollate, ghigliottine, pinze dei freni.

Lo spray al silicone da usare per le ghigliottine e le valvole di scarico delle acque nere e grigie, va benissimo per ammorbidire le guarnizioni delle finestre e dei portelloni. Spruzzatene una piccola quantità su un panno pulito e poi passatelo sulle guarnizioni, meglio fare più passaggi con poco prodotto piuttosto che dover togliere gli eccessi.

Ho già detto dei tappetini in terra e del tappeto assorbente davanti alla porta (internamente). Aggiungo un consiglio per quest'ultimo, meglio acquistarne uno rettangolare con uno dei lati abbastanza lungo (ad esempio 55 x 100) e metterlo per lungo davanti al'ingresso, avrete più spazio per asciugare le scarpe entrando.

In cucina sarà utile un tappetino scolapiatti, da usare sul coperchio del piano cottura.

Altre idee, soprattutto su accessori semplici ed utili tutti i giorni nella vita invernale in camper, le potete trovare nell'articolo Accessori utili per l'inverno.

     


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Le prime uscite: come e dove iniziare

Fare le cose per gradi, vi permetterà di conoscere il vostro mezzo, il suo comportamento al freddo, le vostre esigenze in termini di consumo energetico e di gas.
Il bello è che il camper da molte possibilità di imparare facendo, e per questo, in poco tempo, vi ritroverete a capodanno in montagna con la neve.
C'è anche da dire che campeggi ed aree di sosta offrono spesso servizi utili anche a chi vuole stare fermo più giorni, annullando di fatto i problemi derivanti dalle soste prolungate.

Ma come e dove iniziare?

Un bel weekend lungo, con due notti trascorse fuori a temperature intorno allo zero (-1 o -2 sarebbe perfetto), è l'ideale per una prima prova.
Scegliete un'area di sosta, o un campeggio, partite con le bombole di propano piene, pesatele e annotate il valore su ciascuna bombola. Poi "sprecate" un paio di euro per la corrente ma non allacciatela subito, cercate invece di capire quanta corrente assorbe la vostra permanenza in camper nelle ore pomeridiane, per la cena e la serata.
Se il camper è dotato di sistemi di monitoraggio delle batterie, avrete informazioni dirette, altrimenti dovrete andare un po’ a naso, verificando ogni tanto, spegnendo tutto, la carica della batteria (anche se la misurazione andrebbe fatta con batteria a riposo): il valore deve essere sopra ai 12,2 volt, voltaggio che, “un po’ ad occhio”, indica una scarica del 50%, già troppo se non volete accorciare eccessivamente la vita dell’accumulatore. Da qui l’ovvia considerazione di installare almeno due batterie servizi.

L’austerity energetico (vi ricordate quello del 1973? No? Beati voi) vi insegnerà che senza televisione avrete un sacco di altre cose da fare in famiglia.
Al termine di questo primo weekend, ripesate le bombole per misurare con precisione il gas utilizzato, ma tenete presente che con temperature più basse, il consumo sarà maggiore. (regola empirica, a -10, con Truma combi, una bombola non dura tre giorni).

Cosa si trova nelle aree attrezzate e nei campeggi?

  • Certamente la 220v, che vi permetterà di scordarvi della capacità delle batterie e del conseguente austerity.
  • La possibilità di affittare una bombola di propano (verificate con il gestore), da collegare al posto di una delle vostre. Si tratta in genere di bombole da 20 kg che non entreranno nel vostro gavone, lasciatele tranquillamente fuori. A volte (a me è capitato solo in un campeggio) la struttura può avere l’allaccio diretto al gas, in pratica in piazzola c’è un lungo tubo da collegare come se fosse una bombola.

 


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Ringraziamenti per le immagini

Il paesaggio innevato è di OpenClipart-Vectors da Pixabay

Il semaforo innevato è di Thanks for your Like • donations welcome da Pixabay

Il cubo di ghiaccio blu è di Clker-Free-Vector-Images da Pixabay

Commenti

Luca, ciao.

Se interpreto bene la tua domanda, hai il serbatoio delle acque chiare esterno, quindi esposto alle temperature ambientali.

Di solito il serbatoio delle chiare è interno, sta in una panca della dinette, oppure nel doppio pavimento, o ancora in vani addossati ad una parete (l'ho visto in alcuni van). Il secondo serbatoio, per chi lo monta, è quasi sempre esterno, e quindi è sconsigliato utilizzarlo in inverno, proprio per evitare il congelamento.

Una situazione come la tua, cioè l'unico serbatoio delle chiare esterno, sinceramente non l'ho mai vista.

Per un uso invernale, devi coibentare e riscaldare, ovviamente dipende anche da che temperature devi affrontare, ma trattandosi del serbatoio delle acque chiare, secondo me, devi necessariamente fare un lavoro completo.

La cosa migliore è realizzare una copertura coibentante che sia riscaldata con una derivazione dell'aria dell'impianto di riscaldamento, a me non piacciono le soluzioni (che spesso si usano per i serbatoi delle grigie) con resistenza elettrica per riscaldare. L'alternativa, ma non so se puoi, è installare il serbatoio all'interno della panca della dinette.

Ti lascio il link ad un video di Ippocamper, nel quale si vede come coibentare il serbatoio delle grigie (e non delle chiare) aggiungendo una resistenza elettrica. Il video non fa al caso tuo (la coibentazione secondo me dovresti farla con un guscio rigido dove passa dentro l'aria calda), ma intanto ti da un'idea di come fare. Link al video.

 

 

 

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